L’autorealizzazione

Per essere più felice abbandona l’adattamento e abbraccia l’autorealizzazione

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Per avere successo muoviti nella motivazione e non nel bisogno, segui il desiderio e non la paura

Attualmente uno dei principali freni ai nostri sogni è sicuramente “la paura“, una specie di grosso animale che avanza e si ingigantisce ogni giorno di più. Esclusi i primi anni di vita ritroviamo la paura in molte nostre azioni e a tutte le età. Se in alcune situazioni in particolare ci può spronare, nella maggior parte dei casi ci impedisce di sviluppare ed ampliare le nostre potenzialità. Un giorno – ricordo – stavo tornado a casa da Firenze ed ero seduto in treno accanto ad una studentessa universitaria ventitreenne che mi confidò il suo grande sogno di diventare giornalista. Per circa 3 ore mi ha parlato con passione di tutta la sua voglia di scrivere, diventare una di quelle reporter che raccontano storie da altre nazioni. Era bello e stimolante vedere l’entusiasmo mentre ne parlava e quasi si poteva toccare con mano il suo futuro, già la immaginavo inviata di una grossa testata giornalistica. Poi, quasi rientrati a Salerno, mi dice “… Sai, appena posso mi trovo un posto di lavoro più sicuro e almeno mi metto tranquilla, non si sa mai di questi tempi, hanno ragione i miei genitori“. Le chiedo quale tipo di occupazione e la risposta è questa: qualsiasi.

Ormai, è chiaro, la paura possiamo toccarla con mano e la sentiamo scorrere nelle menti delle persone ma forse, quello che in realtà spaventa di più, è trovarla così preponderante nei giovani. Per il terrore di non trovare un posto di lavoro molti abbandonano i propri desideri ed iniziano gradualmente a non provarci nemmeno.

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Abbandonano inconsciamente l’idea di realizzare il proprio disegno.

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E’ un po’ come quando da ragazzi dovevamo lottare con uno che credevamo più grosso di noi. Ci buttavamo a terra da soli senza che lui nemmeno ci sfiorasse, già sconfitti prima di entrare nel vivo del duello. Questa ragazza agisce analogamente scegliendo la strada della paura e forse non si accorge che non solo in questo modo rinuncia al suo sogno lavorativo ma dice addio ad una vita di felicità. Per il principio dell’unicità non è possibile essere rinunciatari in un certo settore e poi, di contro, essere decisi e combattenti in altri.

E’ un atteggiamento mentale che lentamente si espanderà nel nostro modo di agire ed in tutte le cose che faremo fino alla ricerca del compagno, alla scelta degli amici che ci circondano, alla vita in generale. Il rischio è che tutte le nostre decisioni saranno prese non in base al nostro desiderio, non in base a ciò che ci fa stare bene, ma unicamente sulla base del bisogno, sulla paura della mancanza. Dopo avere individuato chi vogliamo essere e come vogliamo vivere ed avere capito e scoperto cosa ci rende felici sul serio perché conosciamo i nostri desideri, il nostro unico compito è muoverci in quella direzione, senza paura e senza timori.

Ma come funzionano questi due percorsi? Prendo in prestito una interessante infografica del Maestro Luca Stanchieri che pubblicherà nel suo prossimo libro in uscita a breve:

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Per essere più felice abbandona l’adattamento e abbraccia l’autorealizzazione

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Poniamo una persona che ha più di un’esigenza lavorativa, come l’esempio della ragazza di prima. Costruirà il suo presente e quindi il suo futuro sulla paura di non farcela e ragionerà in termini di urgenza, partirà con una mancanza e non sarà proattiva ma principalmente reattiva. Tutte le sue azioni saranno protese a cercare di “essere scelta” e qualsiasi lavoro risulterà indifferente rispetto ad un altro. Il lavoro che svolgerà sarà solo un mezzo, assolutamente intercambiabile con altri. In questo caso l’energia e la soddisfazione saranno al minimo perché non verranno sfruttate tutte le potenzialità e non si ricaverà alcuna felicità dal lavoro svolto. Un discorso facilmente applicabile anche ad altri ambiti della vita.

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Diversamente possiamo scegliere i nostri obiettivi partendo da una motivazione che ci dà reale felicità. In questo caso ragiono in termini di soddisfazione e amore per quello che faccio e tendo naturalmente, quindi, verso la piena soddisfazione. Scelgo e non sono scelto. Gli altri non sono mezzi ma fini specifici, non sono intercambiabili perché sono le persone o il lavoro che voglio. In questo caso la mia carica energetica è infinita, è al massimo. Sarò proattivo e tenderò verso i miei desideri, senza paura di non farcela.

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So che la paura è reale ed è figlia della nostra stessa cultura ma dobbiamo allenarci per fare in modo che la motivazione sia sempre maggiore del bisogno. Puntiamo Ne va della nostra felicità.

L’adattamento si muove sul bisogno di denaro o amore, paura di non riuscire, urgenza. Porta ad adattarsi alle regole di altri. Ti dà: mancanza, rabbia e motivazione di paura. Una parola racchiude tutto: scappi.

L’autorealizzazione si muove verso la felicità, la progettazione, il desiderio. Senti: amore, libertà di scelta, volontà di migliorarti ed eccellenza. Una sola parola racchiude tutto: costruisci.

E tu, scapperai o costruirai?

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