Conoscenza e saper fare: l’origine della creatività performante
Passaggio dal sapere astratto al saper fare concreto
Il maestro Miyagi in Karate Kid 4, dice alla sua allieva: “L’ambizione senza conoscenza è come una barca sulla terraferma” e “La conoscenza senza l’applicazione è come avere un’auto e non guidare”.
Conoscenza e saper fare sono due pilastri essenziali per la costruzione e lo sviluppo di opere personali e professionali meravigliose, capaci di influire e fare la differenza nei nostri risultati e nelle relazioni.
Da queste due semplici attività, si può partire per un lungo viaggio di scoperta e crescita esponenziale. La cosa bella e fantastica è che tutto questo è sotto il tuo controllo e dipende totalmente da te e da come agisci.
Attraverso un semplice e naturale sistema che, se ben applicato ed osservato, ti permetterà di diventare un piccolo grande esploratore, curioso ed affascinato da ogni scoperta che farai… E che metterai in pratica nella realtà.
A volte quello che ci sembra magia e risultati eccezionali non sono altro che piccoli e costanti miglioramenti ottenuti alternando conoscenza e pratica, sino a portarli alla pura genialità. Un processo collaudato dai grandi uomini di successo, da menti geniali e oggi alla portata di tutti, davvero a disposizione di tutti coloro che vogliono adoperarlo.
Al momento del bisogno reagiamo in modo automatico e in modo diverso da quello che volevamo: è la parte inconscia, che reagisce ¼ di secondo prima della coscienza, ecco perché poi diciamo: “Ma io lo sapevo, perché ho agito diversamente?”. Sappiamo cosa fare ma non lo facciamo, è questo il punto!
E’ un po’ la differenza che corre tra sapere come scrivere un libro e scriverlo per davvero.
Conoscere l’amore e sapere amare.
Possedere le ricette e sapere cucinare.
A volte ci inganna il fatto che sapendo la teoria noi siamo quello che abbiamo appreso solo a livello di conoscenza, ma poi all’atto pratico è ciò che veramente sappiamo fare che risponde agli stimoli e sono quelli che danno i risultati nella quotidianità.
Non so se ti è mai capitato di scoprire una tecnica nuova che ti ha affascinato e che ritenevi utile per te e per il tuo sviluppo o semplicemente sei andato ad un corso di formazione e sei rimasto affascinato da una nuova strategia. Hai capito tutto, ti sentivi alle stelle e nella tua mente era tutto chiaro, bisognava solo iniziare. Già sentivi il dolce sapore della nuova competenza messa in campo e ti vedevi entusiasta nel raccogliere i risultati.
Oppure ti è venuta un’idea all’improvviso, nuova, strabiliante mai pensata da nessuno. E ti dici: “Siii! Innovativa questa idea, può fare veramente la differenza, debbo pensarci meglio e svilupparla”. Poi ti dai il cinque mentalmente e senti tutta la tua ammirazione per questa piccola genialità.
Passa il tempo ma tu continui ad applicare quotidianamente le stesse strategie e gli stessi comportamenti di sempre, naturalmente raccogliendo gli stessi risultati.
Da giovane ricordo di aver avuto l’idea della pizza a domicilio, ancora non disponibile come servizio offerto dalle pizzerie. Quando ho visto la prima pizzeria che pubblicizzava questo servizio, ho pensato e detto a chi mi stava vicino: “Mannaggia, mi hanno fregato l’idea, lo sapevo che era un’idea vincente”, mi sono sentito veramente derubato.
Poi ne ho avute altre di intuizioni, mi sentivo un piccolo Einstein. Ma mentre tutte queste idee rimanevano nella mia testa, qualcun altro pensava subito a svilupparle, cioè agiva concretamente.
Ci sono cose che devi solo sapere e va bene così, infatti per saper fare non è necessario sapere tutto, ma solo ciò che è indispensabile al raggiungimento dello scopo.
Se vuoi fare la differenza e raccogliere risultati in qualcosa che è importante per te, se vuoi incidere su di te e sugli altri, se vuoi che la tua competenza sia la spada che ti apre la strada verso le mete, allora non puoi fermarti alla teoria, devi passare alla pratica, differenziarti ed evolverti.
E non lo farai restando a un livello marginale di conoscenza (anche se di qualità), dovrai andare più in profondità e cogliere, sperimentare e sviluppare quelle sensazioni, emozioni e scoperte che poi ti daranno il distacco dal te precedente.
Oggi con tutta l’informazione varia, accessibile e gratuita a disposizione si pensa in termini di ampiezza, rispetto al passato dove invece l’informazione era meno accessibile e a pagamento e quindi si andava più in profondità sulle poche informazioni.
Possiamo e dobbiamo unire i vantaggi dei due tipi di informazione: profondità e ampiezza e aggiungerci un pizzico di nostra sana fatica così da sviluppare i nostri poteri reali e incidere nella società.
Se leggete solo i libri che stanno leggendo tutti gli altri, state pensando solo ciò che chiunque altro sta pensando. Norwegian Wood
Capirai più in profondità, sentirai dentro di te la forza della padronanza e lo farai attraverso la concreta esperienza di cambiamento vissuto perché è l’esperienza emozionale diretta che ti permette di vedere e raggiungere step che prima neanche immaginavi che esistessero, ti apre le porte ad altre opportunità che non potevi cogliere.
Una quantità limitata di conoscenze, ti dà meno risorse a cui attingere per formare nuove idee.
Sapere e saper fare si sostengono e si autoalimentano a vicenda, una somma continua e ininterrotta di miglioramenti minimi, dove uno influenza e migliora l’altro, in una crescita per gradi sempre più alti in un costante rapporto di reciproca ispirazione, come una spirale.
Si crea un movimento evolutivo che spinge entrambe verso l’alto e ne aumenta le dimensioni in modo esponenziale. Puoi partire da zero, oppure da una parte o dall’altra, non ha importanza.
Puoi essere portato per uno dei due o prediligere uno, non ha rilevanza, in quanto entrambi possono camminare da soli e dare comunque dei risultati positivi nel quotidiano.
Ma è quando li usi insieme e vengono ben miscelati tra di loro che oltre a farti crescere ed evolvere ti aprono le porte ad altre due competenze, oggi tra le più ricercate ed ambite: la creatività ed una forte identità.
Lo scrittore e maratoneta giapponese Haruki Murakami (candidato ogni anno per il Nobel alla letteratura) racconta che quando lui inizia a scrivere un romanzo ha un’idea di fondo di come deve essere il nuovo libro, ma, arrivato alla metà del percorso gli capita di stravolgere tutto, perché gli sono venute nuove idee grazie al lavoro pratico fatto nella prima parte. Il libro, ora, ha una nuova forma, la quale si distacca dall’idea iniziale e prende una nuova direzione.
Quindi la creatività non viene da un’illuminazione caduta dal cielo, ma nasce e si sviluppa attraverso il lavoro pratico. Tutti possono essere dei creativi se lo desiderano, non è una potenzialità data alla nascita a pochi eletti, ma si sviluppa con la pratica.
Attraverso la creatività innoviamo il nostro lavoro e superiamo la noia della routine, che si genera dalla non conoscenza.
Invece la scoperta è frutto della conoscenza e si sviluppa in un duplice cammino di sapere e costruzione, che insieme aprono le porte alla sostanza, alla concretezza e ai risultati tangibili.
Potremmo paragonarli alla formula dell’acqua H2O, dove i due atomi, idrogeno e ossigeno, miscelati e ben dosati tra di loro danno vita a un terzo elemento, l’acqua. Quest’ultima messa in contatto con altri sistemi prende forme ancora diverse, ghiaccio, vapore, etc. Incredibile, vero?
Luca Stanchieri, nel suo libro “Scopri le tue Potenzialità” ci dice che: la creatività è la facoltà umana di produrre nuove idee per migliorare la vita, e che le competenze sono un saper fare concreto quando sono immerse in un campo simbolico di operosità.
Più fai e agisci, più ti senti la persona che vuoi essere e più ti identifichi e diventi la persona che vuoi diventare senza avere blocchi o pippe mentali, perché la tua attenzione è rivolta tutta alla soddisfazione e alla incredulità delle nuove rivelazioni.
Una spirale infinita. Ed è solo facendo che diventiamo chi vogliamo e ci divertiamo, e come dice il Prof. G. Nardone “Solchiamo il mare all’insaputa del cielo”.
L’esperienza emozionale correttiva e conoscitiva è la fonte essenziale del cambiamento e dell’evoluzione performante, capace di influire su noi stessi e sugli altri.
Essere e non solo apparire.
Ogni uomo come afferma Joseph Le Doux (2002) è sempre un insieme complesso di biologia e biografia.
Ovvero un “Si nasce e si diventa”.
La strada vincente e sicura per crescere la propria fortezza d’animo, diventare persone serene, sicure di sé e influenti, è quella di sporcarsi le mani e lasciarsi trasportare e incantare in modo cosciente e deliberato attraverso le scoperte che ci regalano queste due risorse innate.
È un percorso economico, potente e dalle potenzialità illimitate, che non tradisce mai le aspettative perché basato su principi naturali ed universali.