IL Paradosso della Paura

La paura è il tuo partner per raggiungere la ricchezza.

Alzi la mano chi non ha mai avuto paura in vita sua. Impossibile direi!!!

La paura fa parte di noi e della nostra crescita. È stata creata e messa lì apposta per noi. È il nostro coach dello sviluppo, il nostro laboratorio dove forgiarci e prendere potere.

La domanda che mi pongo è: ma io posso sfuggire alla paura o diventarne immune? E se fuggo da lei ne sto ricevendo un vantaggio?

Penso che tutti voi abbiate sentito dire che nella vita ci vuole coraggio per vivere in maniera assoluta.
Il punto chiave è che per avere coraggio bisogna prima avere paura. Eh sì perché senza paura non esce il coraggio!

Quindi non dimentichiamoci mai che la paura è l’ingrediente fondamentale che ci indica la strada da percorrere e le sfide da affrontare. Consideriamola come una condizione naturale del nostro percorso di crescita, impariamo ad usarla, riconoscerla e servircene.

La paura è il segnale che stai prendendo consapevolezza di qualcosa che ti fa soffrire e devi intervenire. Ti sta indicando cosa devi imparare o cosa ti serve per proseguire.

Ricordo ancora mio padre, da ragazzo gli vedevo fare cose audaci e più grandi di lui. A volte falliva ma lui ripartiva sempre. E io gli chiedevo “Ma come fai?”E lui mi ripeteva spesso una frase: “Ricordati che chi ha paura non si corica mai con le belle donne.”

Ero giovane e in verità non è che capivo bene questa cosa che mi diceva, a livello razionale e concettuale sì, ma in profondità, nell’inconscio, non avevo ancora fatto completamente mio questo concetto. Pensandoci bene, forse me lo diceva perché cercavo sempre di sfuggire alle paure o di evitarle. 

Nella prima parte della mia vita, avendo vissuto momenti difficili, tutte le scelte importanti – da quelle personali a quelle lavorative – erano indirizzate verso situazioni di sicurezza.

E come dice Brandon Webb, ex Navy Seal e ora autore di best sellers:

La sicurezza conta? Senza dubbio. Purché si comprenda che essa non esiste in assoluto. E se è un’illusione che senso ha fare lo spettatore e guardare la vita dagli spalti? Sedere in tribuna non ti protegge più che stare in campo. Giocare sul sicuro è una fantasia da sciocchi.

Una delle ragioni per cui la paura ci domina, forse la più importante, è che essa parla direttamente al nostro istinto di conservazione. Ma questa può diventare una trappola.

Quando comprenderai che l’idea di essere totalmente al sicuro è una pura illusione, sarai pronto ad accettare quei rischi che vale la pena di affrontare, e a farlo con slancio e passione.

Pensa che si rischia di più a non rischiare che a rischiare. E così corriamo il pericolo di bloccare la nostra evoluzione e chiudere tutte le strade che una sana gestione delle paure ci permetterebbe di percorrere.

È vero che la paura va rispettata. Le paure ti aiutano a stare più attento e a non fare errori. Le paure sono reali e fanno parte del nostro sistema di difesa naturale, che siano immaginarie o concrete le paure sono per noi come dei giganti che ci tutelano ma anche che ci bloccano, sia a livello mentale che fisico.

Un vecchio proverbio recita: il troppo stroppia (o storpia). La paura è come il sale per le pietanze, se lo usiamo con le giuste dosi rende il cibo gustoso. Ma troppo, o troppo poco, rovina il tutto. 

L’eccesso di paura condiziona le nostre scelte, a volte coscientemente e altre volte in maniera totalmente incosciente. E vale anche al contrario, come quando non ascoltiamo la paura che ci invia segnali di alert e rischiamo di cadere in errori pericolosi per noi e per gli altri, anche se questa non era la nostra intenzione.

Paura

Vito Mancuso, Teologo e Filosofo ci ricorda che
“La vera virtù non sta nell’averla la virtù, ma nel saperla dosare nella giusta quantità”.

Così è per la paura: il punto è che non sta nel non averla, perché è impossibile esserne privi in un sano processo di crescita, ma nel saperla misurare. Quello che bisogna fare è saperla riconoscere, pesarla, guardarla in faccia, non farsi intimorire, andargli incontro e usarla per evolverci.

Sentiamo un ammonimento continuo dentro di noi che ci ripete quello che non va fatto o come potrebbe andare tutto male. Questa vocina non lo fa per danneggiarci, ma vuole tutelarci e si prende cura del nostro benessere. Lei sa che temiamo determinate situazioni quando dobbiamo avvicinarci a qualcosa che non conosciamo ancora.

Immagina delle situazioni passate dove anche se avevi timore di non farcela, sei stato spinto ad osare da qualcuno che credeva in te.

Per esempio pensa a cosa è successo quando un professore in passato ha creduto in te spronandoti a raggiungere i tuoi limiti mentre qualcun altro si è adeguato al tuo standard del momento evitandoti di fare di più.

Oppure ricorda le sfide che hai mancato o che hai evitato e oggi rimpiangi di non aver provato a superarle.

È vero che in quel momento ti sei sentito sollevato dall’impegno o dalla paura di doverle affrontare. Ma come sarebbero stati oggi i risultati e che tipo di persona saresti stata se fossi andato incontro alle paure?

Fëdor Dostoevskij affermava che il suo timore più grande era quello di non essere degno delle sue paure. Lo scrittore considerava le paure delle maestre che gli indicavano la strada da percorrere e lui doveva essere pronto a rispondere.

Nessuno deve farsi competente in questo campo, tutti abbiamo sfide che non abbiamo accettato o che in quel momento non ci sentivamo pronti ad affrontare. Ed oggi lo rimpiangiamo perché pensiamo che era nelle nostre possibilità superarle.

Cerchiamo di capire perché temiamo così tanto le paure da permetterle di bloccarci, rallentare o deviare dai nostri propositi, e come approcciarci per farle diventare nostre alleate.

Dominare la paura comincia con la DECISIONE DI FRONTEGGIARLA, davanti ad essa farai qualsiasi cosa in tuo potere per non farti sopraffare, anche se non sai al momento cosa e come fare.

Questo è fondamentale, perché quando hai stampato ben chiaro nel tuo dialogo interiore questo modo di fare, troverai anche il coraggio di agire. Perché è dalla decisione che deriva il coraggio e non viceversa, come solitamente si pensa. Quando non arretri di fronte alla paura ma agisci, stai acquisendo forza. Ti stai spostando dal dolore che stai provando verso un tuo potere interiore.

Ogni passo in avanti che fai ti cambierà e scoprirai che il dolore è sopportabile e non è così brutto come sembrava nei tuoi pensieri. È gestibile. Potresti anche esaltarti e scoprire che ti piace, potresti affascinarti a un mondo nuovo che stai imparando a conoscere e riconoscere, vivendolo con sempre più disinvoltura.

Si aprono nuovi scenari, dati dalla trasformazione che sta avvenendo dentro di te e che si ripercuotono anche all’esterno, nei tuoi atteggiamenti e nelle tue azioni.

Potremmo dire con le parole di Susan Jeffers:

Il solo modo per sbarazzarsi della paura di fare qualcosa è buttarsi a farlo. Il fare precede la scomparsa della paura.

Una tattica che io uso solitamente è quella di bloccare il pensiero e agireA volte sono la nostra percezione e immaginazione a frenarci totalmente, amplificando il negativo e non facendoci vedere le possibili azioni da compiere.

Puoi costringerti ad agire volontariamente con piccoli stratagemmi per dare inizio alla prima azione. Come pagare e iscriversi a un corso di teatro, quando sai che hai paura del pubblico. Ma ormai l’hai fatto e quindi non puoi tirarti indietro. Poi c’è la fase in cui la paura si immobilizza e lascia un piccolo spazio di totale chiarezza. È quello in cui si apre una finestra e ti fa intravedere un’azione da compiere.

Non puoi perdere quel suggerimento e devi agire subito, non dare tempo ai pensieri bloccanti di intervenire. Devi seguire quel suggerimento. Si apre una luce tra le nubi. È il tuo momento di spingere.

Sempre Susan Jeffers, massima esperta sulle paure, ci dice che:

Sfidare le paure è meno spaventoso che convivere con la paura sotterranea derivante da una sensazione di impotenza. La gente che rifiuta di correre dei rischi sperimenta una paura che è molto più intensa di quella che proverebbe se decidesse di buttarsi attivamente nelle cose, solo che non lo sa.

In un modo o nell’altro dobbiamo capire che non possiamo sfuggire alla paura e che sarà la nostra compagna di avventure e troveremo sempre un modo per affrontare le situazioni quando le incontreremo.

L’incapacità di affrontare la paura è principalmente un problema di educazione (il nostro background familiare e culturale) che può essere riprogrammato modificando il dialogo interiore, facendoci accettare la paura come un semplice avvenimento naturale.

Quello che noto maggiormente in molte persone, dai più giovani alle persone più adulte, è che quando ti parlano delle paure che gli impediscono di agire verso i loro obiettivi, si riferiscono il più delle volte a paure generalizzate, in senso vago. Non quantificano né valorizzano quel pericolo.
Nella loro mente è un gigante che li blocca e crea la paura di ciò che potrà succedere, convincendoli di non essere in grado di sostenerlo.

Ma è davvero così?                                   

Se si fermassero un attimo a dare concretezza a quella paura e le inserissero nei loro progetti, molti potrebbero trovare quell’ostacolo non solo minimo e sorpassabile, ma potrebbero addirittura scoprire che è un qualcosa di quasi inesistente nella maggior parte dei casi.

La sfida che ti lancia la paura non è immaginaria, è reale: ha la sua misura e il suo peso, nulla di più. E tu ne sei all’altezza. La domanda da porti è “Quanto è grave la minaccia?”.

Quante carriere mai avviate, quanti sogni mai realizzati, quante vocazioni mancate e quanti innamorati mai respinti… Perché la paura era più grande di quello che sembrava.

Il linguaggio della Paura

Ad alimentare queste paure c’è anche il linguaggio che usiamo per parlarne. Una frase che usiamo spesso è: non riesco.

  • Non riesco a scrivere un libro.
  • Non riesco a iscrivermi all’Università perché ci vogliono molti soldi.
  • Non riesco a superare la perdita di qualcosa o qualcuno.

Il non riesco andrebbe vietato, ci avveleniamo da soli solo nel dirlo. Al massimo possiamo permetterci di dire “Non riesco a farlo ora”.

Cambiando il linguaggio le azioni si adeguano di conseguenza ai nostri pensieri. Oppure possiamo cambiare le azioni e il linguaggio si adeguerà a sua volta. Perché c’è circolarità tra i due elementi.

Uno strumento semplice ma potente, che vi consiglio per allenarvi a trattare le paure più nascoste e insidiose dentro di voi è contenuta nella frase che Janet Zuckerman diede a un suo studente che si lamentava che tutto gli andava storto. Gli consigliò: “Di, di sì al tuo Universo”.

Accettare quello che la vita ci offre e pensare che si tratta di nuovi modi di vedere il mondo e agire. Accettare il dolore o la fine di un’esperienza, un contrattempo o un ostacolo, sapendo che saremo in grado di fronteggiarlo, superarlo e aprirci a nuove esperienze.

Muoverci da proattivi e non da vittime.

Dire di No significa muoversi verso un atteggiamento passivo che non farà altro che alimentare le situazioni che non accettiamo. Anzi allargherà le negatività anche ad altri aspetti della nostra vita.

Un altro paradosso è che più le nostre vite sono ricche e piene, più siamo soggetti a vivere situazioni negative. Ma non per questo possiamo e dobbiamo rinunciare a benedire tutto quello che di bello la vita ci offre. Anche se poi finisce o cambia nel tempo.

È più facile dirlo che averlo, questo tipo di atteggiamento
Possiamo allenarci partendo dalle piccole cose, come ad esempio:

  • Se aspetto una persona che arriva in ritardo a un appuntamento, ne approfitto per pensare o rilassarmi.
  • Se c’è fila dal dottore, è il momento di rileggermi quelle notizie che stavo rimandando.
  • Se mi hanno spostato di due ore l’aereo per uno sciopero, finalmente posso regalarmi due ore per me di shopping o godermi una ricca colazione in aeroporto.

In questo modo partendo dalle piccole cose acquisiamo un atteggiamento proattivo che crescerà ogni giorno di più, e quando arriverà la grossa paura saremo pronti a rispondere e dire sì.

Il nostro compito è quello di agire e creare al meglio, canalizzare la nostra attenzione e forza su quello che possiamo dare e fare in quell’istante. Rispondere nel modo più significativo dando valore a quello che la vita ci offre.

Quando hai paura non sentirti sminuito o incapace rispetto agli altri, ricorda che tutti abbiamo delle paure. Prendine consapevolezza e cerca di capire cosa ti sta dicendo la tua.

“Una vita vissuta nella paura è una vita vissuta a metà”, come ci ricorda Baz Luhrmann.

Buona Paura e Buon Coraggio!

Antonio Milite
Evolutional Trainer

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