Le parole come potenti strumenti capaci di trasformare il tuo comportamento
Uno degli strumenti più interessanti, magici e potenti a disposizione dell’uomo è sicuramente la conoscenza delle parole, il loro significato e l’uso appropriato che ne facciamo.
È così importante il nostro linguaggio, che possiamo capire dalle parole che utilizziamo il tipo di persone che siamo e cosa trasmettiamo agli altri.
Le parole ci misurano e ci prezzano. Svelano in cosa crediamo e parlano di noi. Hanno vita propria e sanno comunicare il nostro intento reale. Sono l’espressione dei nostri pensieri più intimi, quelli in cui crediamo per davvero.
Se vogliamo conoscerci di più o conoscere chi abbiamo di fronte, dobbiamo prendere consapevolezza delle parole che usiamo o che ascoltiamo e di come incideranno sull’altro o su di noi.
Le parole durante la crescita
Solitamente le esperienze infantili contribuiscono a formare il nostro stile comunicativo e quindi adottiamo automaticamente quel modo di fare che per noi è la normalità. Se in una famiglia si tende ad avere un atteggiamento alla critica o allo scetticismo, sarà quello il nostro modo di interagire con gli altri e anche con noi stessi.
Valutare come interagiamo e parliamo ci può aiutare a capire perché abbiamo delle convinzioni così solide in modo da usarle come punto di partenza per apportare dei cambiamenti nelle nostre interazioni.
Le parole ci utilizzano tanto quanto noi utilizziamo loro
Le parole sono come chiavi, ci aprono le porte quando sono quelle giuste e ci fanno impazzire quando utilizziamo quelle sbagliate. Due persone possono vivere la stessa situazione ma con una comunicazione diversa e parole diverse, daranno vita a scenari totalmente opposti.
C’è magia pura nella maniera in cui le parole creano situazioni e risposte. È con il linguaggio che diamo vita a bellezza e meraviglie e possiamo trasformare l’ordinario in straordinario.
Guardate questa scena del film “Qualcosa è cambiato” come usando parole diverse passiamo “dalle stalle alle stelle”.
Una parola ha una sua immagine e un suo significato e una volta capito questo, siamo nella posizione di poterle usare per accendere il nostro cammino e illuminare quello di chi incontriamo.
Le parole come strumento di lavoro
Le parole hanno un’energia potente e un proprio peso. Creano cose o rovinano cose.
Con la comunicazione noi possiamo tanto: siamo in grado di edificare o distruggere.
Come Michelangelo ha creato il David forgiando blocchi di marmo con martello e scalpello, anche noi possiamo usare il linguaggio nella giusta misura per dar vita a momenti significativi e illuminanti.
Ci tocca esprimerci anche quando non vorremmo, come respirare, mangiare, vivere, quindi perché non imparare a farlo nel modo giusto e usare le parole come un laser, che affonda in modo preciso, creando momenti significativi.
Diamo valore alla straordinaria potenza delle parole giuste dette al momento giusto. Le parole che usiamo determinano il nostro successo nella vita, nelle relazioni, nel lavoro e negli affari.
Come ci ricorda, il filosofo e sofista, Gorgia: “La parola è un gran dominatore, che con piccolissimo corpo, divinissime cose sa compiere; riesce infatti e a calmar la paura, e a eliminare il dolore, e a suscitare la gioia, e ad aumentar la pietà
La parola deve essere confermata dai gesti
Ricordo quando da ragazzo fui bocciato un anno alle superiori. Non sapevo come comunicarlo ai miei genitori ed ero a pezzi, così mi rifugiai a casa di mia zia Carolina che vedendomi in quello stato negativo mi chiese subito cosa fosse successo.
Gli raccontai tutto e di come mi sentissi, lei mi ascoltò pazientemente e mi disse qualcosa di semplice: “Stai tranquillo che “nella vita si chiude una porta e si apre un portone”. Cosa vuoi mangiare di buono oggi?”.
Lo disse senza dare nessun giudizio, con tanto amore e comprensione. Quella risposta cambiò all’istante il mio stato d’animo dandomi una prospettiva futura e ancora oggi, a distanza di anni, ricordo quelle parole e quel momento.
Non erano solo le parole ma anche i gesti che aveva compiuto dopo, azioni che accompagnavano le parole e confermavano quello che lei pensava.
Come dice mia moglie Patrizia:
- Le parole positive non accompagnate e confermate poi dai fatti non hanno valore e non restano impresse, anzi sono fonti di grande delusione.
- Di contro le parole negative sono più potenti e le ricordi di più, ed entrano nell’inconscio molto più facilmente e più in profondità.
Quindi attenzione a fare i furbetti quando diciamo solo belle parole per compiacere qualcuno o per avere un tornaconto (ma cui non crediamo), perché le persone non sono stupide e mettono insieme tanti tasselli per avere conferma di quello che diciamo.
Seguiamo le parole e scopriamo dove ci vogliono portare
Le parole non possono essere neutre: sono mattoncini che servono per costruire e dare vita a qualcosa che si crea in conseguenza di quello che diciamo e pensiamo.
Dobbiamo prenderne coscienza, assumendoci questa grande responsabilità che non possiamo assolutamente ignorare.
Un’opportunità, che a volte non sfruttiamo, è quella di non seguire il ragionamento di chi parla. Cerchiamo quasi sempre soltanto di cambiarlo, sovrapponendo o deviando il suo pensiero.
Senza rendercene conto, non andiamo a potenziare o a scoprire la strada che vuole percorrere chi sta comunicando con noi.
Facciamo un esempio classico. Se chiedo a un bambino cosa è successo a scuola e lui si apre e inizia a raccontare di qualcosa che è successo, noi dopo avere ascoltato, ci sentiamo in dovere di dire cosa è giusto e cosa deve fare il bambino, oppure cosa avremmo fatto noi…
Così facendo non ci allacciamo a quel discorso, non approfondiamo con le domande e le affermazioni giuste che aiuterebbero il bambino a percorrere quel “sentiero tracciato” che voleva percorrere comunicandoci quell’evento.
Ho iniziato a prenderne consapevolezza prima osservando il mio modo di agire e adesso notando i dialoghi che avvengono quotidianamente anche tra clienti e amici.
Dobbiamo seguire il percorso del discorso senza giudizi e senza interrompere o interpretare, cercando di comprendere che disegno si sta creando o che sta prendendo forma nel dialogo.
La conseguenza è che la persona che sta comunicando si senta delusa e non compresa e si chiude. E noi abbiamo perso una grande opportunità di aiutarla a raccontare il suo pensiero.
È come con i pezzi della lego: si parte a costruire e poi strada facendo si scopre qualcosa in più e tutto diventa sempre più chiaro fino alla costruzione finale
Il valore intrinseco delle parole
La capacità che possiamo sviluppare con il loro uso più appropriato può darci grande potere e influenza.
Cerchiamo di comprendere come questo può accadere e come una parola può guidarci nelle relazioni e contemporaneamente farci crescere personalmente e professionalmente.
Ci facciamo aiutare da Kevin Hall, coach e trainer di grande successo che nel suo best seller “Aspira al Top” porta il lettore in uno straordinario viaggio alla scoperta delle parole e della loro capacità di andare in profondità per fare esplodere il potenziale nascosto in noi.
Ogni parola ha un significato e un principio che porta con sé e che intende trasmettere, un messaggio ben preciso, applichiamole nella quotidianità e danziamo con loro
All’inizio forse lo faremo in modo impacciato, ma pian piano applicandole costantemente miglioreremo sempre di più, sino a quando non diventano realmente parte di noi.
Attraverso i risultati e i feedback che riceveremo troveremo sempre più modi e situazioni per creare e affinare la nostra competenza sino a farla diventare un talento vero e proprio.
Prendiamo l’antica parola Hindi, “Genshai”: il suo significato è: “Non dovresti mai trattare un’altra persona in un modo che la faccia sentire insignificante. Non devi mai trattare nessuno come se fosse insignificante, compreso te stesso”.
Intuite come è potente questo concetto? E quale valore può avere sceglierlo come comportamento da attuare in ogni interazione?
Si tratta di un impegno preciso che prendiamo verso noi stessi e gli altri e potrà diventare una versione potenziata di noi stessi, ci eleva come esseri umani e ci permette di essere migliori.
Cerchiamo sempre tecniche o metodi straordinari che ci diano risultati importanti e dimentichiamo spesso un principio cardine: lo straordinario deriva dal fare le cose semplici in modo eccezionale.
Arthur Watkins, professore universitario che aveva dedicato la sua vita allo studio dell’etimologia, ci parla di due parole che quando ne comprendiamo il significato possono aiutarci a incidere nella vita degli altri.
Ispirare viene dal latino inspirare. Spirare significa soffiare, e in significa dentro, quindi ispirare significa soffiare dentro.
Il maestro delle parole spiegò che quando soffiamo la vita in un altro, ispiriamo i suoi sogni, i suoi obiettivi e le sue speranze. Soffiamo la vita in loro.
Incoraggiare deriva da Coeur nelle lingue romanze sta per cuore, Quando incoraggi qualcuno, aggiungi al cuore di qualcuno. E quando invece lo scoraggi, togli dal cuore di qualcuno.
In ogni incontro che ci capita con un altro essere umano, abbiamo la profonda opportunità sia di aggiungere al suo cuore sia di tagliare via una parte del suo cuore.
Lo scopo riconosciuto attraverso le parole
Attraverso le nostre parole possiamo aiutare le persone a riconoscere e scoprire il loro scopo, chi sono realmente e il loro modo di essere.
È importante questo perché solitamente veniamo valutati e considerati per quello che siamo e per come facciamo sentire le persone e non per quello che diamo materialmente.
Quando lodiamo gli altri con complimenti sinceri, aggiungiamo valore alle loro vite perché con la nostra restituzione li aiutiamo capire il loro scopo e gli diamo indicazione della loro grandezza.
Possiamo incoraggiare chiunque a pensare e a vivere alla grande.
Per scopo intendiamo quello che siamo, le nostre attitudini, le nostre passioni e le nostre potenzialità. In poche parole la nostra espressione naturale nel mondo.
Purtroppo queste conoscenze sui nostri punti di forza non è possibile comprenderle da soli, le usiamo naturalmente e non le riconosciamo. Abbiamo bisogno degli altri per vederle e comprenderle.
Abbiamo necessità che gli altri ci facciano da specchio.
Abilità e abitudini per sfruttare il potere delle parole
Due suggerimenti per iniziare a usare il potere e la magia delle parole.
- Uno viene da Kevin Hall, il quale consiglia ai suoi studenti che vogliono evolversi di trovare una parola che li descriva al meglio e li caratterizzi, dove focalizzare l’attenzione e l’intenzione per farla espandere.
Per il principio di integrità, la persona tende a comportarsi per chi crede di essere e quindi si comporterà e agirà in linea con la sua identità, e di conseguenza si trasformerà sempre di più in quella parola.
Potete farlo da soli o chiedere a un amico o alla vostra famiglia, le persone che conoscete meglio, con quale unica parola vi descriverebbero. La parola potrebbe essere artista, paroliere, comunicatore, direttore o insegnante. Non ci sono restrizioni salvo quella di usare un’unica parola, e la decisione finale spetta a voi.
- Due, questo esercizio ve lo consiglio personalmente: scegliere tre parole che in questo periodo della vostra vita risuonano forti dentro di voi e usarle come principi da seguire.
Esploratele nella loro vera essenza e capite come potete applicarle nella quotidianità e se le state già usando osservate come lo fate, cosa dovete cambiare nella loro applicazione e che risultati vi stanno portando.
Trovate qualcuno che apprezzate e che le rappresenta e le mette in atto nella pratica e studiate come si comporta e cosa fa. Potreste anche contattarlo, dirgli cosa vi piace in lui e chiedergli se può aiutarvi ad apprendere quella caratteristica.
Create una tabella di marcia e fate il patto con voi stessi di usare quelle parole ogni giorno. Già prenderne consapevolezza basta per iniziare a notarle.
Ogni sera, in modo leggero e divertente, fate mente locale per vedere se le avete usate e datevi un voto da 1 a 10 su come l’avete fatto.
L’ideale è farlo con un amico o con qualcuno con cui potete sentirvi ogni sera, dovete solo comunicare il voto espresso della giornata per ogni parola.
Marshall Goldsmith, coach di fama mondiale, propone di strutturare la domanda così: << Ho fatto del mio meglio nei rapporti per fare sentire le persone ispirate ?>>, << Ho fatto del mio meglio per fare qualcosa di bello per qualcuno?>>
Sapere che la sera bisogna telefonare e dare il voto e vedere praticamente quello che si è fatto o non si è fatto aiuta a correggere il tiro il giorno dopo.
L’importante è che chi ascolta non dia nessun giudizio, deve solo ricevere il voto.
Un modo divertente e semplice per focalizzare la nostra intenzione su qualcosa che giornalmente ci cambierà e di conseguenza ci porterà i risultati desiderati.
Questo esercizio è semplice e potente e potete usarlo anche per altri obiettivi e sarete sbalorditi dai risultati che portate a casa.
Non è solo il risultato che darà la più grande soddisfazione. Ma chi siamo diventati nel fare questi esercizi. Come ci ricorda lo scrittore Stefano Benni “Bisogna assomigliare alle parole che si dicono. Forse non parola per parola, ma insomma ci siamo capiti”.